giovedì 19 dicembre 2019

Shifting baseline syndrome

"Shifting baseline syndrome (SBS) is a psychological and sociological phenomenon whereby each new human generation accepts as natural or normal the situation in which it was raised."
(la SBS è un fenomeno psico-sociologico  per il quale ogni nuova generazione  accetta come normale o naturale la situazione in cui è cresciuta) Link


Questo concetto è stato elaborato dagli studiosi in relazione alla percezione degli ecosistemi prossimi alla nostra esperienza, in particolare la flora e la fauna, ma anche il clima.  E' un concetto reso bene da Pasolini in un suo famoso articolo dove dice che "..Nei primi anni sessanta, a causa dell'inquinamento dell'aria, e, soprattutto, in campagna, a causa dell'inquinamento dell'acqua (gli azzurri fiumi e le rogge trasparenti) sono cominciate a scomparire le lucciole. Il fenomeno è stato fulmineo e folgorante. Dopo pochi anni le lucciole non c'erano più. (Sono ora un ricordo, abbastanza straziante, del passato: e un uomo anziano che abbia un tale ricordo, non può riconoscere nei nuovi giovani se stesso giovane, e dunque non può più avere i bei rimpianti di una volta)."
Dalla SBS deriva anche il fatto che le nuove generazioni non riescano a comprendere l'importanza di difendere ciò che non hanno mai conosciuto. Possiamo dire che si considera normale solo quello che conosciamo per esperienza diretta nell'arco della nostra vita. I giovani ad esempio non avendo quasi mai conosciuto l'aria pulita o il silenzio non sentono l'esigenza di difenderli come chi, purtroppo, queste cose le ha perse. Ne consegue anche per i giovani il mondo naturale conosciuto e accettato come da difendere sia sempre più degradato di quello delle generazioni precedenti. Ma anche tante altre cose, sia positive che negative - dipende dai punti di vista - come il buio, gli inverni freddissimi, la sanità pubblica gratuita, i black-out, gli scioperi o il tempo libero - vanno ad approfondire il gap fra le generazioni.
Anche a livello di linguaggio ("il termine "gap" invece di "divario" o "distanza" ne è un esempio) ci si differenzia sempre di piu in fasce di età sempre più sottili.
Non è un processo al quale possiamo opporci più di tanto, se non trasmettendo e ricevendo i ricordi e le emozioni ad essi legati, perchè è così che va il mondo da sempre, però il rischio dello scollamento della società è altissimo, e una società sempre piu divisa orizzontalmente dalle età e verticalmente dal censo è facilmente soggetta ad involuzioni imprevedibili. Stiamo a vedere.

lunedì 18 novembre 2019

La pazzia

Sembra impossibile ma sta succedendo davvero! Le ruspe sono state messe in moto e stanno partendo alcune grandi urbanizzazioni che cambieranno in modo pesantissimo la nostra città. purtroppo in peggio...
Nell'immagine (cliccabile) sono indicate  a grandi linee le zone che stanno per essere  cementificate a est di Ravenna. Strade, rotonde, villette, condomini, negozi, supermercati e centri commerciali copriranno quelle che oggi sono aree agricole. Verrà anche cancellata per sempre l'ultima traccia dell'antico corso del fiume Montone in direzione del mare. Già con un colpo d'occhio si vede che le aree interessate sono confrontabili con la superficie di un intero quartiere come può essere la Darsena.
La nuova legge regionale impone un consumo di suolo non superiore al 3% - e qui siamo molto oltre - ma concede deroghe per quello che gia era stato deliberato in passato, ed è questo il nostro caso.
Ma perchè si fa questo in una città che è in stagnazione economica, se non decadente, in una città in cui la popolazione è stabile e che sta anche invecchiando rapidamente? Non certo per le esigenze dei cittadini. O forse lo si fa per creare lavoro? Ma si può creare lavoro anche senza distruggere il territorio, iniziando appunto grandi opere di manutenzione di una  città che si candida a sprofondare subito dopo Venezia.
Ma facciamo  per un attimo finta di non essere cittadini molto ambientalisti e che, anzi, non si tenga in minima considerazione  l'ambiente e si goda alla vista di traffico e cemento, e di sicuro queste persone esistono. Quindi, se aggiungeranno qualche centinaio di ettari di urbanizzato, chi pagherà poi la manutenzione di  tutte le nuove strade, giardini, illuminazione, nettezza urbana, servizi fognari, servizi amministrativi, sicurezza e  tanto altro visto che la popolazione non cresce e che non ha motivo di farlo?
Ma ai Ravennati piace così tanto pagare le tasse?

lunedì 29 aprile 2019

Il governo delle acque

Come tradizione vuole, con l'arrivo della primavera arrivano anche le bollette del Cosorzio di Bonifica della Romagna per l'indispensabile servizio di governo delle acque.
Non so se il servizio venga svolto con la diligenza necessaria o se il consorzio sia bene amministrato ma sono sicuro che senza di esso saremmo in grossi guai. Un territorio che è praticamente al livello del mare, con alcune zone al di sotto, non può sopravvivere senza una costante cura e vigilanza delle acque.  
E sempre secondo tradizione, ogni anno il consorzio, anche per ricordare ai Ravennati della sua esistenza, organizza una mostra di documenti storici ,"Lavori d'Acque", su quello che è e che è stato il conflittuale rapporto del nostro territorio con queste acque. Una mostra che vale sicuramente una visita.
Probabilmente peccherò di presunzione e provincialismo, ma credo che non esista un'altra zona al mondo come la nostra che abbia subito modificazioni così abbondanti e profonde a causa della mutevolezza delle sue coste e dei suoi corsi d'acqua. Cartine di solo un secolo fa sono difficilmente sovrapponibili  a quelle attuali, e così pure quelle del secolo scorso con quelle di cento anni prima e così via. Un  mutazione continua di cui bisogna essere coscienti per capire che quello che abbiamo oggi non l'abbiamo avuto dal cielo ma dal duro lavoro delle generazioni che ci hanno preceduto. Ed anche per questo che non dobbiamo e non possiamo sprecarlo.


venerdì 12 aprile 2019

La misura del danno


"..i giovani sentono il bisogno di distinguersi, e non trovando altra strada aperta come una volta, consumano le forze della loro giovanezza,[..] e gettano la salute del corpo, e si abbreviano la vita, non tanto per l'amor del piacere, quanto per esser notati e invidiati, e vantarsi di vittorie vergognose,.."  Giacomo Leopardi - Pensieri

E' possibile esprimere quantitativamente il danno procurato dall'uomo all'ecosistema e quindi al pianeta? Forse si ma non è facile.
Limitiamoci al solo problema della CO2 immessa in atmosfera che sta stravolgendo il clima e surriscaldando il pianeta.
Dall'inizio della rivoluzione industriale stiamo bruciando combustibili fossili spostando il carbonio dal sottosuolo direttamente in atmosfera per ricavarne energia.
Nell'ultimo numero de Le Scienze c'è un interessante articolo a firma di Richard Conniff (solo sul cartaceo o per gli abbonati online) su cosa l'umanità dovrebbe fare e come da qui alla fine del secolo per contenere l'aumento della temperatura entro 1,5°.
Il cosa fare è semplice: non solo ridurre le emissioni di CO2 ma anche arrivare ad "emissioni negative", cioè togliere dall'atmosfera più CO2 di quanta se ne immette. Riassorbirla e stoccarla da qualche parte in qualche forma. E' il come farlo che non è affatto semplice, anzi, quasi impossibile.
Attualmente buttiamo in atmosfera circa 50 Gton di CO2 all'anno ma dobbiamo invertire la tendenza ed entro la fine del secolo riassorbirne 1000!!
Le tecnologie ipotizzate per riassorbire la CO2, dette anche CCS (Carbon Capture and Storage) sono tante e fantasiose, ma anche costose. Dalla costruzione di vere e proprie industrie di riassorbimento e stoccaggio alla fertilizzazione dei mari ce n'è per tutti gusti. Sulle soluzioni "industriali" non vale la pena soffermarsi; sono deliri belli e buoni. Altre soluzioni sono discutibili, ma rimanendo con i piedi per terra l'unica opzione percorribile è decisamente quella della riforestazione del pianeta. Gli alberi assorbono il carbonio da sempre ed è anche la via più economica.
Ma quanti alberi dovremmo piantare per centrare gli obiettivi? Il calcolo non è semplice. Secondo l'articolo citato la riforestazione massiccia da sola non sarebbe sufficiente. Nella migliore delle ipotesi si arriverebbe a 250 Gton sulle 1000 necessarie. Ma tutto dipende da quanta superficie ci si può permettere di riforestare. Un'altro studio fatto da Pieter Hoff  (www.treesolution.com) dice invece che per risolvere il problema sia necessario riforestare 2 miliardi di ettari, pari al 13 % della superficie del pianeta, che detto in altri termini è circa il doppio della superficie del Canada oppure i 2/3 dell'intera Africa. E se questa è la cura, questa è anche la misura del danno procurato al pianeta!
Pieter Hoff si dice ottimista e calcola che il suo piano costi meno del salvataggio delle banche dopo la crisi del 2008. Io  sono un po' meno ottimista.
Articoli e studi sensati su quello che dovremo fare a livello globale nei prossimi 100 anni sono una novità abbastanza recente ed in fondo danno la misura di quanto la conoscenza e la scienza siano avanzate e ci fanno familiarizzare con i limiti del nostro ambiente. E allo stesso tempo ci gettano nello  sconforto perché capiamo che l'umanità e l'umano condividono i vizi e finitezza, e l'inevitabile  caducità.
Nei detti popolari si dice che l'uomo passi la prima metà della vita a rovinarsi la salute e l'altra metà a curarsi. 
Iniziamo a curaci.

venerdì 1 marzo 2019

La raccolta rifiuti porta a porta è una sconfitta

Hoi pleistoi kakoi. 
"I più sono cattivi." (Biante VI sec. AC)

L'adozione della raccolta dei rifiuti con il sistema porta a porta è una sconfitta per gli onesti e pochi se ne rendono conto. Anche se dove viene introdotto questo sistema ci si sente raccontare che è il più efficiente per raccogliere i rifiuti in maniera differenziata.
Intanto bisogna ricordare che rispetto al sistema tradizionale con i cassonetti sulle strade il  porta a porta costa decisamente di più e non ci vuole tanto a capirlo: servono molti più viaggi di mezzi piccoli con almeno 2 persone invece di pochi viaggi di grandi camion automatici con una sola persona.  La vendita dei materiali raccolti non compensa minimamente il maggiore costo del sistema porta a porta. Se questi materiali fossero così preziosi (carta, plastiche, vetro e materiali organici) ci sarebbero persone in difficoltà economiche che li raccoglierebbero o li ruberebbero. Invece questo non succede e sono anche spariti quelle poche persone che raccoglievano il cartone. I materiali che valgono veramente (in senso economico) come rame e piombo vengono già raccolti (ma anche rubati) e recuperati  e nei rifiuti ne finiscono pochissimi. Più un materiale vale e meno lo si trova nei rifiuti. Avete mai visto che si butti via l'oro? Il suo recupero è al 100%!.  Quello che mettiamo nei nostri rifiuti, sempre economicamente parlando, non vale quasi nulla o ha un valore negativo. Da quando la Cina ha smesso di importare la plastica da riciclo da tutto il mondo, questa è ridiventata un rifiuto  e gli americani hanno già riacceso gli inceneritori.
L'adozione del porta a porta è una sconfitta per tutti noi perché per farci convincere a differenziare i rifiuti abbiamo ignorato la carota e preferito il bastone della costrizione. Se in questi anni tutti o anche solo l' 80-90% dei cittadini avesse differenziato correttamente i rifiuti e conferiti nei cassonetti in strada, il porta a porta forse non sarebbe neppure stato inventato. Invece grazie a coloro che mai differenziano correttamente, che stando ai dati diffusi nella nostra zona sembrano essere la maggioranza,  saremo puniti tutti con il porta a porta. Siccome chi ci governa non riesce o non vuole colpire chi non si comporta civilmente, si preferisce punire tutti. Un'ingiustizia in più che si aggiunge a tante altre. Chi già prima differenziava correttamente pagherà probabilmente tariffe maggiori e maggiori limitazioni nella propria libertà a causa dei rigidi calendari delle raccolte e dei contenitori più piccoli.