sabato 11 gennaio 2014

E e se questo non e' un furto dimmi tu cos'e'.

E successo che la mia signora si è trovata improvvisamente senza un orologio funzionante e quindi, da bravi consumatori,  siamo andati  ad acquistarne uno in una gioielleria all'interno di un grande centro commerciale. Non ritenendoci esperti di orologi ne cercavamo uno che soddisfacesse i seguenti requisiti in ordine di importanza: la bellezza, l'impermeabilità e l'essere di una marca piu o meno conosciuta.
Ovviamente il primo requisito era un'imperativo per chi doveva indossarlo, mentre l'essere di una marca piu o meno conosciuta pensavo, come la maggioranza del popolo bue, che potesse rappresentare una qualche garanzia in piu rispetto ad una marca sconosciuta.
Bene, ne abbiamo acquistato uno impermeabile della serie Tribe della Breil al prezzo di 69 euro.
E fin qui tutto mi sembrava regolare, l'orologio è bello, impermeabile, di una marca nota, ed anche il prezzo era ragionevole. Su internet si trova anche a 62-65 euro e quindi non siamo stati truffati sul prezzo.
Poi nel mio girovagare sulla rete, incuriosito dal fatto che esistono migliaia di marche di orologi, anche con brand che nulla hanno a che fare con l'orologeria come Ducati o Mercedes, ho scoperto che in realtà i costruttori dei meccanismi di orologeria, cioè il cuore pulsante dell'orologio, il cosidetto "movimento", sono molti ma molti meno. Infatti anche la Breil non si costruisce in casa i "movimenti", almeno per quello acquistato, ma si fornisce da altri.  Con qualche ulteriore botta di Google viene fuori che nell'orologio della mia signora c'è un movimento giapponese Miyota 2035 che costa......2 euro piu iva!!! 
E di qui il titolo del post, cosi per dirla alla Fred Buongusto!

Per i curiosi, l'orologio che ci ha lasciato dopo 12 anni di servizio era uno Swatch Irony.
E' questo un classico caso di bsolescenza programmata? Forse, non lo so. Quello che è sicuro è che i movimenti di questi orologi non sono riparabili perchè sono inglobati in una struttura in plastica non smontabile.

lunedì 6 gennaio 2014

Auto alla sbarra

E' come se mi avessero letto ma dubito che il Corpo Forestale dello stato o il Comune di Ravenna seguano questo mio piccolissimo blog.
La decisione piu saggia per la protezione della foce del Bevano è stata presa e attuata ma me ne sono accorto solo ieri, passando da quelle parti in bicicletta: è stata finalmente interdetta al traffico automobilistico l'ultimo tratto della via Fosso Ghiaia e le auto si dovranno arrestare ad almeno tre chilometri dal mare. La cosa stranamente non ha fatto notizia perchè forse tutto è avvenuto in autunno inverno, quando non c'è pressione turistica sulla zona.
Mi sembra di dire una banalità ma ho il dovere di ribadirlo perchè è una cosa che non entra in testa facilmente ai nostri amministratori: il sistema più efficiente ed economico per proteggere gli ambienti naturali è proprio quello di impedire alle persone di avvicinarsi in auto. 
Onore a chi ha preso questo provvedimento.