lunedì 7 ottobre 2013

La darsena che verrà


La Darsena che vorrei è stata una simpatica iniziativa che ha fatto divertire i cittadini che vi hanno partecipato ma le proposte li elaborate non potevano uscire al di fuori dei rigidi paletti che il comune aveva prefissato: i cittadini sono stati chiamati a definire poco più che dettagli.
Il comune da per scontato che in darsena si debbano realizzare nuovi appartamenti, centri commerciali, parchi e parcheggi ma con una popolazione cittadina che non cresce (perchè il territorio è già sovrasfruttato) a che pro costruire ancora? Solo per far fare affari ai costruttori? E il mantenimento di un nuovo quartiere, servizi e manutenzioni , chi lo paga? Noi?  E costruire ancora non farà crollare ancora valore degli immobili in tutta la città?
Credo che questo quartiere abbandonato dalle fabbriche e dai magazzini portuali abbia una possibilità unica di evolvere verso un'identità urbanistica che facciamo ancora fatica ad apprezzare.
Nella zona si stanno ricreando condizioni di naturalità dove flora e fauna minore si stanno ambientando perfettamente e non è cosa di poco valore.  Le iniziative di occupazione estemporanea degli spazi come quelle tenute all'ex tiro a segno sono bellissime e non mi dispiacerebbe vedere la feste della birra o concerti sulle banchine abbandonate.  O al limite anche una festa del PD!
Però sono sicuro che saranno i giovani ad avere le ideee migliori per colonizzare la zona senza necessariamente costruire e cementificare-
Ora una domanda che puo sembrare provocatoria: cosa succederebbe se dopo  decenni di progetti, riunioni, convegni e quant'altro, il processo di riurbanizzazione si fermasse?  Se dopo maree di studi, pubblicazioni, carte e bussiness plan non si presentasse nessun investitore disposto a metterci un soldo? La risposta è .... nulla!
Ed è quello che spero per il bene della città..

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