sabato 17 agosto 2013

Del raddrizzar chiodi storti

Avendo trovato un pallet in legno abbandonato vicino al cassonetto ho pensato di farlo mio al fine di ricavarne legna da lavorare o più facilmente legna da ardere.
Dopo averlo portato a casa mi son messo quindi a schiodarlo e  separare le assi un po decenti da quelle che invece saranno bruciate nel camino quest'inverno. 
Poi mi sono rimasti i chiodi usati, storti e in odor di ruggine.
Come quando ero bambino, ho iniziato a raddrizzarli con cura con il martello su di un piano di appoggio rigido.
Si, perchè quando ero bambino questa cosa di recuperare i chiodi la facevano tutti, da noi bambini delle periferie ai muratori nei cantieri, perchè il chiodo era un'oggetto prezioso che non poteva essere buttato via solo perchè storto.
Poi mentre ero intento a far ciò, ho pensato a qual'era il "valore economico" di ciò che stavo recuperando, legno e chiodi, e che questo valore era risibile, e che non giustificava minimamente il tempo speso se contabilizzato secondo gli standard attuali.
E mi è venuto in mente  anche un bell'articolo di Ugo Bardi sul suo blog in cui si lodava fra l'altro l'antica pratica della spigolatura, usanza che è ormai andata persa e che è assimilabile nello spirito a quel che stavo facendo..
Mi son chiesto anche se avessi quindi qualche attività più remunerativa di quella o di più edificante. Se non avessi cioè qualcosa di più nobile da fare che non raddrizzar chiodi per recuperar pochi centesimi.
No, non ce l'avevo.
E probabilmente neppure voi.

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