mercoledì 25 maggio 2011

E quindi uscimmo a riveder le stelle (Inferno XXXIV, 139)

Ecco, abbiamo perso il buio, così come abbiamo perso il silenzio e la fame, e tante altre cose di cui forse non  ricordiamo più l'esistenza.
Pochi se ne sono accorti ed ancora meno ne sentono la mancanza. 
Astronomi ed astrofili da sempre combattono l'inquinamento luminoso nelle città e nelle campagne. Distinguere la via lattea nel cielo della nostra pianura è quasi impossibile e talvolta anche le stelle più luminose scompaiono offuscate dalle luci dei lampioni o delle auto, e dal pulviscolo atmosferico.
Ma quello che abbiamo perso non è semplicemente il piacere immenso di ammirare il cielo notturno: abbiamo perso anche il senso del buio che ci serve per vivere, per apprezzare pienamente la luce anche quando è poca e incostante. 
Prima o poi usciremo da questo inferno di abbondanza di luci e certezze, vedremo il buio attorno a noi, avremo forse paura, ma poi usciremo a riveder le stelle.

3 commenti:

  1. Tutta la biosfera in miliardi di anni di evoluzione si è modellata sui ritmi circadiani. L'adattamento ai cambiamenti troppo rapidi di condizioni biochimiche produce reazioni incontrollate dei nostri geni (tumori); così la perdita del buio ci provoca disturbi di natura nervosa e cerebrale.

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  2. l'esclamazione "abbiamo perso il buio" è stata l'espressione migliore per definire che il pianeta ha regole precise da rispettare, anche se non le capiamo. L'Uomo che si fregia di definirsi sapiens non cerca nemmeno di comprenderle eppure pretende di modificarle.

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