domenica 5 settembre 2010

Il nuovo volto della Bassona

Ho sempre considerato i capannisti della foce del bevano come dei privilegiati e dei piccoli devastatori di quell'ambiente naturale. Senza  i vari vincoli del Parco del Delta e l'attività di vigilanza della Forestale il villaggio di capanni  in legno e muratura  si sarebbe presto trasformato in un paesino di seconde case con giardinetto e con tutti gli agi.  Sul blog lavoceromagnola.blogspot.com e su facebook infuriano da tempo le polemiche. Per dare un'idea delle dimensioni del paese, dalla cartografia della provincia si contano più di 70 immobili esistenti.
Però, quest'estate, passando dalla foce Bevano ho visto un villaggio bellissimo, tranquillo e quasi decoroso. La novità era che non c'erano le auto ad intralciare gli stradelli fra i capanni perché la Forestale aveva (giustamente) piazzato una sbarra all'ingresso del "paese" e bloccato il traffico motorizzato: ed era pieno di biciclette appoggiate ai capanni!
Villaggi così piacevolmente vivibili li avevo visti solo in Centroamerica o in Asia dove le auto ancora non se le possono permettere.
Perché non arretrare ancora di più la sbarra sulla via Fosso Ghiaia, magari alla fine della pineta in modo da isolare anche i capanni da pesca lungo il canale?
Se cominciamo a limitare seriamente la possibilità di accedere con l'auto a molti siti naturali, molti problemi di convivenza uomo-natura si risolverebbero automaticamente. Solo i cittadini più responsabili si sobbarcherebbero il disagio di raggiungere certi luoghi a piedi o in bici.
Non mi sembra che sui rifugi alpini in quota vi siano problemi del genere.

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