Un pomeriggio ricevo una telefonata con cui mi avvisano che è appena uscito un prodotto che fa per me e che sicuramente non può non interessarmi (!).
Come tutti voi, non amo essere disturbato da chi mi vuol vendere qualcosa, sia esso un contratto telefonico o un detersivo, ma la cosa che piu mi ha urticato è stato il fatto che abbiano usato la parola "prodotto", perché la telefonata non veniva da un rivenditore di aspirapolveri o potabilizzatori domestici, ma da un'istituto finaziario!
Volevano cioè "vendermi" un cosidetto "prodotto finanziario-assicurativo". Eppure nella mia testa un "prodotto" è ancora qualcosa che si tocca, si usa, si consuma, come una merendina di un distributore automatico. Se è una cosa che non si tocca ma si può comperare allora la chiamo "servizio".
Non so voi, ma io sono abbastanza affezionato alle parole e se me ne cambiano il significato mi sento derubato e reagisco male. Non è che sia un talebano della Crusca e so bene che le parole hanno significati stirabili ed estensibili e che esiste il (famigerato) Prodotto Interno Lordo e che prodotto è in senso lato un qualunque risultato di un lavoro ma un minimo di chiarezza va fatta.
Ora, questa moda di chiamare "prodotti" i contratti di assicurazione o i titoli finanziari mi sembra abbastanza recente, e comunque preoccupante.
In questa estensione del significato del termine "prodotto" vedo un tentativo, peraltro quasi riuscito, da parte della finanza di giustificare la propria esistenza come un settore produttivo al pari dell'industria e dell'agricoltura: vedete? anche noi lavoriamo..vedete quanti bei "prodotti"? Forse questa traslazione di significato è avvenuta negli anni 90, proprio quando i quadagni di costoro erano diventati scandalosamente alti e un po di fisiologica vergogna è arrivata ai piu intelligenti.
Che il mondo finanziario lavori è indubbio, e probabilmente lavora anche tanto con livelli di stress altissimi, ma quanta "ricchezza" produce? Ne produce piu o meno di quella che consuma? Lascio a voi le valutazioni del caso.
Io non sono certo ben disposto verso il mondo della finanza e ritengo gli appartenenti a questa classe siano poco diversi nell'animo e nell'agire dai ladri e filibustieri del passato. Anzi, forse sono proprio gli eredi dei piu intelligenti e sensibibili ladri e truffatori dei secoli scorsi. Ma non per questo penso che sia possibile sbarazzarsi di loro, almeno nella misura in cui noi si voglia diventare come loro.
E per finire un pezzo di Uriel Fanelli su un suo veloce contatto con chi governa questo mondo.
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